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di Michael Winterbottom, con Rachel Weisz, Alessandro Nivola
(Gran Bretagna, 1997)
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Regista fin troppo dotato, Michael Winterbottom è passato indifferentemente dalla cronaca sociale iperrealista (BUTTERFLY KISS) a quella politica (WELCOME TO SARAJEVO), dal ritratto intimista (GO NOW) alla ricostruzione storica (JUDE). Qui si decide a una cosa saggia: ritornare sulla costa sud di casa, alle atmosfere intime, socialmente attente, drammaticamente esasperate dei suoi brillanti esordi. Sceglie degli attori che abbiamo pure voglia di rivedere: un ragazzino muto, che per agganciarsi al mondo ha optato per le intercettazioni acustiche; una parrucchiera eccessivamente scollata, che altrettanto sconsideratamente sembra concedersi agli psicopatici; un fidanzato in libera uscita, che una sceneggiatura capricciosa tenta di rendere quando fa comodo perverso, violento oppure povera vittima. E, per sua disgrazia, pure un direttore della fotografia (Slawomir Idziak, uno che Kieslowski sapeva tenere a bada) subito preoccupato se scegliere dei filtri gialli piuttosto che azzurri. Cosi che una riflessione sul mal di vivere, e quella di come comunicare per venirne a capo, finisce per tradursi - oltre che in uno scomposto ed affrettato accumulo di disgrazie - in un compiaciuto, a tratti indisponente giochino di specchietti.
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Il film in Internet (Google)
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Per informazioni o commenti:
info@films*TOGLIEREQUESTO*elezione.ch
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capolavoro
da vedere assolutamente
da vedere
da vedere eventualmente
da evitare
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WINTERBOTTOM MICHAEL 
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